Brigidini di Lamporecchio
Secondo la leggenda alcune monache seguaci di Santa Brigida (da qui deriva il nome “brigidini”), durante la preparazione delle ostie per la Comunione, decisero di “impreziosire” le aggiungendo alla ricetta originale uova, zucchero e anice.
Anticamente l’impasto veniva lavorato su una spiana e una volta ottenuto unendo gli ingredienti venivani formati fili cilindrici grossi come un mignolo, successivamente tagliati in piccoli pezzi.
Allo stesso tempo due grandi piastre chiamate schiacce (stampi di ferro con due dischi che unendosi funzionavano come una tenaglia), qui venivano messe 6 o 7 palline di pasta, pressate e successivamente rimesse sul fuoco per quache momento.
Una volta pronti, venivano rimossi dalle schiacce posti all’interno di corbelli di zinco, adatti a preservare la freschezza degli alimenti durante il trasporto fino alle piazze dei paesi da parte dei “brigidinai“.
Ingredienti
Dose per 30 brigidini:
1 tazza di farina per dolci
2/ 3 di tazza di zucchero
3 uova
1 cucchiaio di semi di anice
un pizzico di sale
un pizzico di estratto di vaniglia (opzionale)
Uno stampo per brigidino, un ferro con piatti piani oppure una pressa per brigidino.
Preparazione
Sbattere le uova fino a produrre una sorta di schiuma, aggiungere i semi di anice e lo zucchero, successivamente lavorare aggiungendo la farina il sale e la vaniglia(se si desidera metterla) rendendo la pasta liscia e morbida. Riscaldare lo stampo per brigidini o le piastre in modo che siano roventi e mettere un cucchiaio di pasta su uno dei piatti, pressare il tutto fin quando il brigidino è fatto, una volta rimosso dovrebbe essere croccante.
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