Storia di Pistoia
L’età romana
Pistoia, fondata nel II secolo a.C. sotto il nome di Pistorium, doveva fungere da appoggio per le truppe romane che in quel periodo erano in lotta contro i liguri.
Secondo una curiosità il nome di questa città viene fatto risalire a chi impastava il pane (pistores).
Il decumano dell’antica città romana, la via Cassia, coincide in parte con l’attuale via degli Orafi, mentre il cardo con via Bracciolini.
Il forum, generalmente situato all’incrocio di cardo e decumano, era rappresentato da Piazza del Duomo.
Il cardo non era orientato lungo l’asse nord-sud e questo ci fa capire come la città fosse stata costruita in funzione della strada consolare diretta verso gli appennini, e non come altre città nate per l’importanza dell’insediamento stesso, e che, infatti, presentano un impianto orientato secondo i punti cardinali.
Epoca Ostrogota, Bizantina e Longobarda
Dato che le vie del centro storico non presentano la classica struttura romana, con le vie parallele al cardo e al decumano, è stato dedotto che la città di Pistoia fu, in un primo momento, distrutta dagli ostrogoti nel 406 d.C. e successivamente ricostruita dai Bizantini che ne presero il controllo.
Il controllo della città passò, poi, nelle mani dei longobardi (VIII secolo) e proprio in questo periodo vennero realizzate molte opere come edifici, strade e piazze; una di queste, la centralissima piazza della sala, divenne il nuovo centro cittadino.
Età comunale
XII secolo
Nel 1105 Pistoia divenne un libero comune e nel 1165 ricevette il diploma di ” Imperio fidelissima” che l’imperatore Federico Barbarossa rilasciava alle città per lui esempio di fedeltà. Questi anni di protezione da parte dell’imperatore furono caratterizzati da una rilevante crescita che culminò nel 1150 con la vittoria su Firenze e la conseguente presa della rocca-castello di Carmignano.
Nel 1180 Pistoia si scontrò con la vicina Montecatini, che con l’aiuto di Lucca riuscì a sconfiggere le truppe pistoiesi stabilendo il confine reciproco tra queste due città sul crinale di Serravalle.
Pistoia confinava, inoltre, a est con firenze nella località di Montemurlo; a sud il confine naturale dell’Arno divideva ancora una volta Pistoia da Firenze; a nord gli appennini la separavano da Bologna e, come è già stato detto,a ovest confinava con Montecatini. In questo periodo (XII secolo) Pistoia è caratterizzata da un’economia vivace e da una notevole crescita edilizia, fu, infatti, eretta una seconda cinta muraria a causa dell’incremento demografico.
XIII secolo
Nel 1228 Pistoia fu sconfitta da una nuova alleanza, questa volta tra Firenze e Lucca; ciò portò Pistoia a dover comunicare ogni sua futura decisione a Firenze e fu impedito alle truppe pistoiesi di difendere la località di Carmignano.
Nel 1237 a Pistoia si instaurò una breve signoria, con a capo Agolante Tedici; questa cosa non risultò gradita a Firenze che instaurò un nuovo dissidio con Pistoia che si risolse, solo apparentemente nel 1254 con la pace di Empoli. Nel 1257 si giunse a un nuovo scontro tra le due città che si risolse con la distruzione delle mura pistoiesi da parte dei Fiorentini, gli anni successivi del XIII secolo furono segnati dal declino pistoiese.
In questi anni nacque la figura del capitano del popolo che aveva il compito di difendere i diritti dei più poveri. Nel 1280 furono redatte le “leggi contro le schiatte” ossia contro il ceto nobile che aveva il controllo della città; al quale apparteneva, per esempio, la famiglia Cancellieri. Proprio in questa famiglia nacque la divisione tra guelfi neri e guelfi bianchi che poi si diffuse a Firenze.
Dal 1296 al 1301 Firenze modificò lo “statuto del podestà” pistoiese istituendo la figura del “gonfalone di giustizia” che si doveva occupare della difesa del popolo disponendo anche di un piccolo corpo di sicurezza.
XIV secolo
Nel maggio 1301 Andrea Gherardini, guelfo bianco, capeggiò una repressione contro i guelfi neri, facendo così di Pistoia un punto di riferimento per i guelfi bianchi e i ghibellini di tutta la Toscana.
Sempre in questo anno prese il via la “guerra dei cinque anni” in cui Pistoia fronteggiò i guelfi neri e molte altre realtà toscane tra le quali Firenze e Lucca. Le perdite territoriali furono molteplici per Pistoia: nel 1302 perse Piteglio, Serravalle Pistoiese e Larciano; nel 1303 Montale e Verruca. Nel maggio 1305 iniziò l’assedio della città di Pistoia, dove i pistoiesi, guidati da Tolosao degli Uberti, cugino di Farinata, si rifugiarono fino al 1306 quando si arresero. A causa di tale sconfitta Pistoia fu privata di ogni tipo di difesa, vennero, infatti, riempiti i fossati e furono distrutte le mura, fu anche costretta ad accettare delle dure condizioni.
In questi anni si giunse anche alla tregua tra Pistoia e Lucca, ottenuta dopo un periodo di lunghi dibattiti tra le famiglie più potenti di Pistoia. Questa prevedeva l’impegno di Lucca a non attaccare Pistoia in cambio di 3000/4000 fiorini d’oro all’anno. Tale tregua portò, nel 1322, Ormanno Tedici, fedele alla città di Lucca, a diventare signore di Pistoia; Ormanno cacciò immediatamente le famiglie nobili filo-fiorentine.
Il suo non fu un governo dispotico, infatti non modificò gli ordinamenti comunali precedenti e nemmeno abitò il palazzo del comune facendo sì che quella di Pistoia divenisse una città indipendente nonostante le pressioni di Firenze e Lucca; per riuscire a fare questo chiamò in aiuto una per contrapporsi alle pressioni dell’altra e viceversa. La signoria di Ormanno Tedici fu interrotta dal nipote Filippo Tedici che prese il potere grazie, anche, all’appoggio di alcuni cavalieri pistoiesi.
XV secolo
Tutto il XV secolo fu caratterizzato dai continui scontri tra la famiglia dei Panciatichi e quella dei Cancellieri, e proprio questa lotta, come quella interna alla famiglia dei Cancellieri ( quella tra guelfi bianchi e neri), fu la causa della decadenza del comune pistoiese, che passò sotto il dominio di Firenze.
Epoca Rinascimentale e preresorgimentale
XV secolo
Nel 1401 ci fu lo scoppio di una guerra civile sul suolo pistoiese, che proseguì fino all’anno successivo, scatenata dal tentativo di nozze tra Paperino dei Cancellieri e Datina Guazzalotti. Questa ebbe come conseguenza la presa di potere della Repubblica di Firenze sul comune di Pistoia.
XVI secolo
Nel XVI secolo la città di Pistoia entrò a far parte del ducato mediceo; e Cosimo de’ Medici richiese la realizzazione della terza cinta muraria, tuttora esistente.
XVII & XVIII secolo
Nel corso del XVII e XVIII secolo l’importanza politica di Pistoia fu veramente scarsa. Fu, invece, rilevante l’aspetto culturale della città, dove nel corso del XVII prese vita l’Accademia dei Risvegliati. Questo è un antico sodalizio fondato da monsignor Felice Cancellieri e dal nobile Federigo Manni, e di cui ne fecero parte tutti gli esponenti della nobiltà pistoiese. Durante le loro riunioni, che inizialmente si svolgevano nei loro palazzi, poi successivamente in un vero e proprio teatro, veniva fatta musica e poesia. Un altro importante momento per la storia pistoiese è quello del 1667 in cui Giulio Rospigliosi fu nominato Papa con il nome di Clemente IX. L’ultimo interessante avvenimento storico riguardante questi due secoli fu l’ordinazione a Vescovo di Scipione de’ Ricci nel 1780. Egli fu di sostegno alle rivendicazioni del granduca Pietro Leopoldo di Lorena, anche tramite il Sinodo di Pistoia che proprio Scipione de’ Ricci indisse.
Epoca Risorgimentale
Dalla metà del XIX secolo in poi Pistoia cominciò nuovamente a espandersi. Nel 1808, durante il periodo della dominazione francese, la Toscana fu riorganizzata dal punto di vista amministrativo e fu suddivisa in tre dipartimenti, quello dell’Arno, quello del Mediterraneo e quello dell’Ombrone; ognuno governato da un prefetto; Pistoia fu aggregata a quello dell’Arno e fu sede di sottoprefettura.
Nel 1848 Pistoia fu promossa capoluogo di Compartimento e ottenne una prefettura grazie a un decreto di Leopoldo II. Solo tre anni dopo fu degradata a Sottoprefettura, forse a causa dei suoi sentimenti unitari in contrasto con quelli dei Lorena.
Ventesimo secolo
L’età fascista
Nel 1927 Mussolini istituì Pistoia come una nuova Provincia; questo fece accrescere la popolarità del fascismo perché la coma venne percepita come una rivincita nei confronti del Granducato.
Pistoia fino al 1922 era il terminale della ferrovia Porrettana e per questo godeva di una posizione strategica nelle comunicazioni. Il successivo controllo di questa, da parte degli squadristi pistoiesi (dal 26 al 29 ottobre 1922) permise di proteggere i fascisti che marciavano su Roma.
Il percorso ufficiale del fascismo pistoiese inizia il 22 gennaio 1921 con a capo Nereo Nesi e con l’aiuto del liberale Dino Philipson, che nel dopoguerra divenne antifascista. Dino aveva il compito di stroncare il movimento operaioe contadino servendosi delle squadre fasciste; successivamente doveva ricondurre il fascismo nell’ambito della legalità.
Nella primavera del 1922 nacque l’Unione Democratica Pistoiese che privò il fascio pistoiese di esponenti del notabilato agrario che in altre parti d’Italia avevano snaturato in senso reazionario le idee espresse dal movimento fascista nel 1919.
L’azione di Philipson permise l’affermazione della media e piccola borghesia che ebbe come esponente più significativo Enrico Spinelli, studente universitario di farmacia. Il fascismo agrario contrapporrà a Spinelli il commerciante Ilio Lensi, capo delle squadre d’azione nel 1922, e anche lui violento come Enrico Spinelli.
Come si può ben capire dalle righe precedenti il movimento fascista dal 1919 al 1922 venne finanziato dagli industriali e dagli agrari. In più il movimento crebbe e si affermò sempre più grazie alla violenza delle squadre fasciste.
Il 5 agosto 1922, usciva a Pistoia il settimanale L’Azione fascista, che permetteva ai fascisti di avere un proprio spazio senza dover utilizzare Il Popolo pistoiese (settimanale liberale). Negli anni successivi vennero creati altri settimanali di stampo nettamente fascista come Il Ferruccio (1932-1944).
La liberazione
Dopo l’armistizio del settembre 1943 iniziarono i primi scontri e le prime esecuzioni fra partigiani e fascisti. Quando nel luglio del 1944 Mussolini militarizzò il Partito Fascista, a Pistoia nacque la XXXVIII Brigata Nera.
L’8 settembre 1944 Pistoia venne liberata dai nazi-fascisti; sia sudafricani che brasiliani facevano parte delle truppe impiegate insieme a molti partigiani locali. Tra questi Silvano Fedi fu a capo delle “Squadre Franche” che operavano in aree molto vicine alla città. Fedi morì a pochi mesi dalla liberazione e il suo operato fu portato a compimento da Enzo Capecchi, Artese Benesperi e dagli altri partigiani.